La tecnologia che non ti aspetti: denti finti come apparecchi acustici

di | 16 Febbraio 2023

denti finti come apparecchi acusticiIn questa rivista ci piace spesso parlare di innovazione e tecnologie in fase di sperimentazione. Proprio a Gennaio avevo scritto un articolo che riassumeva tutte le principali novità del 2022 sul mondo dell’udito.

Torniamo oggi, neanche a farlo apposta, con una news fresca fresca che ha dell’incredibile: dalla Cina infatti ci giunge la notizia di denti finti che fanno da apparecchi acustici. Sì hai capito bene, denti finti come apparecchi acustici!

Qualcosa di simile a dire il vero estiste da un po’ di tempo. Precisamente dal 2011, anno in cui un dispositivo chiamato SoundBite ottenne l’approvazione per la commercializzazione in Europa (dopo averla ottenuta dalla Food and Drug Administration americana). Si trattava di un piccolo apparecchio tecnologico posizionato all’interno della bocca e agganciato ai molari in grado di ricevere i suoni in modalità wireless e trasmetterli sotto forma di vibrazioni per via ossea (non spaventarti se non hai capito, tra poco ti sarà tutto più chiaro).

Beh, questi dispositivi ora saranno integrati direttamente negli impianti dentali (i denti finti). In pratica la tecnologia che sta alla base e il metodo di trasmissione dei segnali rimarranno gli stessi, solo che ora l’apparecchio acustico sarà il dente finto stesso!

Denti finti come apparecchi acustici: come funziona la tecnologia al loro interno

So che aver letto di suoni in modalità wireless e trasmissione di vibrazioni per via ossea senza ulteriori spiegazioni può averti confuso più che chiarito le idee, ma adesso capirai meglio tutto.

Il sistema che aiuta a recuperare l’udito è basato su due componenti: uno che si colloca nell’orecchio e l’altro nella bocca. La parte che fa riferimento all’orecchio è costituita da un microfono inserito all’interno del condotto uditivo, in modo da sfruttare l’anatomia del padiglione auricolare per raccogliere i suoni. Questo microfono è poi collegato attraverso un piccolo tubicino trasparente ad un trasmettitore posizionato dietro all’orecchio, il quale invia al dente finto i suoni in modalità wireless (per via aerea) raccolti dal microfono.

Il dispositivo all’interno della bocca (che prima era esterno al dente e veniva agganciato al molare, mentre ora è dentro al dente stesso) riceve il segnale acustico e lo converte in una vibrazione attraverso la tecnologia al suo interno. Questa vibrazione si propaga quindi all’osso mascellare al quale il dente è ancorato (osteointegrazione) e passa poi alla coclea (una parte dell’orecchio interno), la quale poi trasmette il segnale al cervello attraverso il nervo acustico.

Come si sente attraverso i denti finti

Gli studiosi che hanno portato avanti questo progetto (il team di ricerca del Dipartimento di protesi dell’Ospedale Stomatologico e della Scuola di Odontoiatria della Tongji University di Shanghai) hanno provato ad applicare delle vibrazioni sia agli impianti dentali descritti sopra, sia ai denti naturali di 38 persone aventi un calo di udito e un singolo impianto dentale. Nel confronto è emerso che i partecipanti percepivano meglio i suoni attraverso gli impianti dentali piuttosto che tramite denti naturali e ossa mastoidi, secondo quanto riportato in un documento di ricerca intitolato “La sensibilità della conduzione ossea per gli impianti dentali” e pubblicato un paio di mesi fa su The Journal of the Acoustical Society of America.

Andando poi nello specifico, all’interno di un’ampia gamma di frequenze i ricercatori hanno notato che gli impianti dentali anteriori funzionano meglio di quelli posizionati nella parte posteriore della mascella. Non ci sono ancora evidenze scientifiche, ma l’ipotesi avanzata dagli studiosi per giustificare il risultato si appoggia al fatto che la mascella è più dura nella parte anteriore della bocca rispetto a quella posteriore, risultando di fatto un mezzo migliore per condurre le vibrazioni.

Chi può usufruire di questa nuova tecnologia

A seguito dei risultati ottenuti i ricercatori si ritengono fiduciosi, sbilanciandosi addirittura sul dire che questi nuovi dispositivi potranno fornire miglior comfort, mimetizzazione e qualità del suono rispetto agli apparecchi acustici attuali e agli impianti cocleari. Aggiungono poi che, continuando a migliorare la tecnologia presente all’interno degli apparecchi acustici con impianto dentale, questi ultimi “potranno presto essere ampiamente utilizzati in ambito militare, medico, nella vita quotidiana e in altri contesti”.

Guardando questa novità dall’esterno e, soprattutto, da audioprotesista (con un occhio un po’ più critico quindi) mi sento di dire che, nonostante il dispositivo sia un capolavoro della tecnologia e abbia tutti i presupposti per diventare uno strumento molto valido per combattere i problemi di udito, è prematuro considerarlo come la grande alternativa agli apparecchi acustici.

Al momento infatti, gli impianti dentali con apparecchi acustici integrati non sono indicati per tutte le sordità, anzi, vanno bene solo per quelle più lievi. Resta da capire inoltre se queste tecnologie saranno in grado di risolvere i problemi di udito anche di chi necessita di apparecchi acustici su entrambe le orecchie, o se manterranno lo stesso limite delle versioni precedenti riferendosi solamente ai soggetti con un calo uditivo solo da un lato.

I margini di miglioramento ci sono sicuramente, quindi non resta che seguire la vicenda con curiosità per capire che direzione prenderà. Nel frattempo ci affidiamo alla tecnologia che abbiamo a disposizione che, in ogni caso, negli ultimi anni ha completamente rivoluzionato il mondo degli apparecchi acustici.

A presto!

Dott. Audioprotesista Francesco Pontoni

Responsabile R&S Clarivox – Il primo metodo in Italia che sintonizza il tuo udito con i giusti apparecchi acustici

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