Di questi tempi si parla molto di “invecchiamento attivo”. Dopo aver dato “anni alla vita”, ovvero allungato la durata della vita con i progressi della medicina (l’Italia è il quinto Paese al mondo per aspettativa di vita con una media di 84 anni, 82 per gli uomini e 86 per le donne), si vuole ora dare “vita agli anni”.
Cos’è l’invecchiamento attivo
Si tratta di aumentare la qualità dell’esistenza nella terza e quarta età. Nel 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità definì l’invecchiamento attivo come
“Il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano”
mettendo in relazione il legame positivo esistente tra l’invecchiare in maniera attiva e i benefici sulla salute fisica e psicologica, inclusa la percezione di una maggiore soddisfazione rispetto alla propria vita.
Come si pratica l’invecchiamento attivo
Invecchiamento attivo significa essere attivi in uno o più ambiti della sfera sociale (lavoro, volontariato, relazioni sociali, cultura, formazione permanente) o anche personale (attività del tempo libero, hobby, turismo, sport, ecc.), scegliendo liberamente dove impegnarsi, a seconda della propria condizione e dei propri desideri.
Molte istituzioni si sono focalizzate sul tema, individuando linee guida e stimolando i soggetti del settore a dare il proprio contributo, anche con finanziamenti dedicati; l’enfasi viene posta su concetti quali la partecipazione, la sicurezza, l’integrazione e la socializzazione considerati il perno di una vita che continua ad avere un senso, nonostante l’avanzare dell’età. Diverse realtà italiane hanno risposto all’appello, avviando progetti e servizi mirati.
Televita: l’alleato dell’invecchiamento attivo
Tra queste realtà troviamo Televita, un’azienda nata a Trieste (la città più vecchia d’Italia, considerata laboratorio delle politiche per la terza età) 35 anni fa con l’obiettivo di offrire sostegno e protezione da remoto alle persone anziane e fragili.
Televita si è chiesta spesso cosa possa rendere “più bella” la vita delle persone che assiste. E si è fatta un’idea:
- la domiciliarità, ovvero stare, fin quando è possibile, a casa propria. La casa è il primo rifugio, depositaria dei ricordi e di quelle comodità che, col passare degli anni, diventano essenziali;
- l’autonomia, che non significa avere una salute perfetta, ma la possibilità di continuare a scegliere dove stare, cosa fare e con chi stare;
- un sistema solido di relazioni, familiari o sociali, per non cadere nell’isolamento e nella depressione;
- la presenza di qualcuno che ascolti, in maniera empatica e attenta, senza mai banalizzare necessità e desideri.
Su questi punti fermi Televita ha costruito i propri servizi, che si sono evoluti nel tempo e diffusi nel Paese.
Il servizio Amalia: un modello per l’assistenza agli anziani
Nel lontano 1996, per contrastare le morti solitarie degli anziani, un fenomeno allora frequente nel capoluogo giuliano, Televita avviò insieme all’Azienda Sanitaria e al Comune di Trieste, il servizio “Amalia”. All’epoca non esisteva l’attuale rete di Servizi e le istituzioni affrontavano per la prima volta l’emergenza legata all’invecchiamento della popolazione. Amalia andò a cercare gli anziani soli del territorio e li inserì in una rete di protezione.
Oggi Amalia è un servizio per l’invecchiamento attivo a tutti gli effetti e rappresenta un modello a livello nazionale. Il servizio prende in carico telefonicamente le persone e le chiama regolarmente per accertarsi delle loro condizioni e bisogni. Dialoga, sostiene e fa compagnia a chi è solo e gradisce una voce amica. E’ sempre disponibile per dare informazioni e garantire un primo aiuto in caso di necessità.
Gli operatori Amalia ricercano costantemente le iniziative di socialità e benessere esistenti sul territorio di residenza e le propongono agli utenti: dai corsi di ginnastica al ballo sociale, dagli incontri di socializzazione ai gruppi di auto-mutuo aiuto, dalle gite fuori porta sino agli eventi culturali. Se necessario Amalia fa da tramite tra la persona ed i servizi sociosanitari del territorio, facilitando la presa in carico.
Amalia è un servizio pubblico, sostenuto da ASUGI (Azienda Sanitaria Unica Giuliano Isontina), gratuito per gli utenti, dedicato agli anziani a rischio di isolamento sociale residenti nelle province di Trieste e Gorizia. Analoghe esperienze stanno nascendo in altri Comuni italiani, in sinergia con i soggetti (pubblici e privati) che operano sul territorio e conoscono i bisogni della popolazione anziana.
L’obiettivo non è solo potenziare la rete dei servizi per l’invecchiamento attivo, ma stimolare un cambiamento culturale, sociale e politico nell’affrontare un fenomeno che riguarda da vicino tutti noi.
Se pensi che questo servizio possa esserti utile scrivimi e ti aiuterò a usufruirne.
A presto!
Dott. Audioprotesista Francesco Pontoni
Responsabile R&S Clarivox – Il primo metodo in Italia che sintonizza il tuo udito con i giusti apparecchi acustici
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